![]() |
||
![]() |
![]() MANCHUKUO (1932-1945). Stato fantoccio creato dai giapponesi in Manciuria. In seguito alla guerra russo-giapponese del 1904-1905, i giapponesi occuparono la base mancese di Port Arthur, russa dal 1898, e ampliarono le installazioni portuali della vicina Dalian (Dairen) anch'essa precedentemente in mano russa. Nel 1907 assunsero il controllo militare della Ferrovia mancese meridionale che da Harbin conduceva a Port Arthur e poco dopo diedero vita a una holding finanziaria, la Smr (South Manchurian Railway), le cui funzioni si estesero all'amministrazione civile e militare della fascia di territorio contiguo alla linea ferroviaria, con l'aiuto di un piccolo esercito giapponese (l'Armata del Guandong) stazionante permanentemente in loco. La Smr era in realtà la punta di diamante della penetrazione economica giapponese in tutta la Manciuria, dove possedeva o gestiva (anche per conto di grandi società giapponesi) decine di imprese commerciali, agricole e industriali sparse ben al di fuori dei territori direttamente soggetti al controllo nipponico, ma nelle quali i cittadini giapponesi godevano dei privilegi dell'extraterritorialità e della protezione politica e militare della madrepatria. Eliminato nel 1928 l'ambiguo Zhang Zuolin, signore della guerra della Manciuria, il figlio Zhang Xueliang si rivelò per i giapponesi ancora meno affidabile del padre e si appoggiò apertamente al nuovo governo nazionalista cinese di Nanchino. Da qui la decisione di inscenare l'incidente di Mukden (1931), la susseguente occupazione militare della Manciuria e la creazione, nel 1932, dello stato fantoccio del Manchukuo, retto nominalmente da Pu Yi, l'ultimo imperatore Qing. Il Manchukuo, assieme all'Armata del Guandong, costituì il trampolino per l'invasione della Cina negli anni immediatamente successivi. Lo stato sparì nell'agosto del 1945 travolto dalle armate sovietiche del generale Malinowsky. |
![]() |